Equitalia ha reso disponibile sul proprio sito internet e presso i propri sportelli il modello necessario ai fini dell’istanza per la cosidetta “rottamazione” delle cartelle che, ricordiamo, può essere proposta entro il 23 gennaio 2017.
Con questa circolare spieghiamo in tre punti perché consigliamo di attendere qualche settimana prima di presentare istanza.
1. Numero delle rate
Lo abbiamo detto nella precedente circolare: uno dei nei di questo provvedimento, forse il più evidente, è il numero di rate troppo esiguo, specialmente per importi alti, che rischia di scongiurare molti. A ciò si aggiunga che l’accesso alla rottamazione comporta la rinuncia al piano di dilazione in corso. Sono stati già presentati molto emendamenti che chiedono di aumentare il numero di rate fino a venti, il che renderebbe certamente il tutto più appetibile.
2. Rinuncia all’adesione
La norma attuale, come già sottolineato, prevede una volta presentata istanza la decadenza automatica della eventuale rateizzazione in piedi, il che è ulteriore disincentivo all’utilizzo della manovra. Il contribuente, infatti, è a conoscenza dell’effettivo e preciso importo da corrispondere solamente a seguito della comunicazione dell’Ente. E’ dunque auspicabile che nei vari passaggi parlamentari si preveda una modifica che consenta al Contribuente di poter “tornare indietro” entro un congruo termine, che potrebbe essere individuato in quello di scadenza della prima rata.
3. Soglia di tolleranza nei pagamenti
Appare senz’altro eccessiva l’eventualità che a fronte del ritardo, anche di un solo giorno, del pagamento di una rata, tutta la definizione venga meno e il debito complessivo divenga immediatamente esigibile e non più rateizzabile. Anche su questo punto si auspica da più parti una modifica che renda applicabile al caso in questione la norma sul “lieve adempimento” , che consenta un ritardo di sette giorni.
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